LA PREGHIERA È IL MONTE DELLA TRASFIGURAZIONE

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Cos'è la preghiera? Sono domande senza risposta. Come tutte le grandi domande: che cos'è la vita? Cos'è l'amore? Cosa è l'uomo? Chi è Dio?
Vivere le domande è vivere il Cantico dei Cantici: "cerco l'amore mio, avete visto l'amore mio?" (Ct 3,1). La preghiera è quel punto che permette all'oblio di cedere all'incontro; è un tema così immenso, suppone orizzonti così vasti, teorici, biblici, storici, linguistici, esperenziali, da non poter essere sviluppato in modo sistematico.
Se c'è un modo per dire la preghiera è proprio quello di narrarla, raccontarla, lasciando parlare le figure, le immagini, le metafore con la loro capacità di risvegliare echi e sorgenti personali. Non intendo seguire uno schema precostituito, ma i passi di personaggi biblici, l'energia di alcune grandi parole, e soprattutto la luce inattesa di una stella, nascosta nella sete dell'Adam di sempre.
La storia sacra altro non è che l'alternarsi di abbracci, di assenze, di profumo e di ricerca. La preghiera è un'avventura di morte e di vita. Perché ogni esperienza di Dio è valida se produce una crescita di umanità. Questo deve produrre la preghiera: una crescita di umanità. Allora è vera.
Una delicata immagine di Simone Weil descrive questo crescere e questa trasformazione: quando una ragazza si sposa, i suoi amici non conoscono i segreti della camera nuziale, ma dopo un po', quando il volto della loro amica si fa più luminoso, quando il grembo inizia a inarcarsi come una vela ad un soffio misterioso, quando capiscono che la loro amica è incinta, allora sanno che nel segreto della camera nuziale l'incontro è avvenuto. Così l'orante ritorna dall'incontro con Dio carico di vita nuova. Pregare è saldare il silenzio delle stelle con il frastuono dei giorni, svincolarsi dalle catene del rumore e seguire le nostre musiche sotterranee. Pregare è aprire un passaggio, come si apre una chiusa o una diga; aprire, nella trama dei giorni, delle finestre su Dio, fino a rendere la nostra vita porosa alla vita di Dio, fino a creare una osmosi, uno scambio, un travaso di vita. Pregare è indovinare la presenza dell'eterno assente, e sapersene meravigliare, e saperla respirare.
"Contemplando il Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine" (2 Cor 3,18). La preghiera è il monte della trasfigurazione. Contemplare trasforma. L'uomo diventa ciò che ama. L'uomo diventa ciò che contempla con gli occhi del cuore. L'uomo diventa ciò che prega.

 

 

 

 

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